I primi 5 giorni di Ottobre si ritrovano ad Orlando, in Florida (a poche miglia da Disney World) le migliori menti del mondo dell’information technology. Quest’anno, più di 23.000 CIO e IT leaders si sono trovati al Gartner Symposium per discutere delle più importanti innovazioni che possono portare nelle loro aziende per renderle più competitive e di successo. Proviamo a riassumere alcuni trend per estrarre spunti da cui iniziare un percorso di approfondimento ed esplorazione delle più importanti innovazioni tecnologiche per il 2018.

Intelligenza è la nuova parola d’ordine

Quante volte avete sentito parlare di Intelligenza Artificiale nel corso dell’ultimo biennio? Bene, preparatevi, perchè il meglio (peggio?) deve ancora venire. Secondo il panel di esperti del Gartner Symposium, il tema dell’intelligenza artificiale è ancora tutto da sviscerare; fino al 2020, non saremo in grado di comprendere a pieno le potenzialità che potrebbero derivare da questa tecnologia. Entro il 2025, si prevede che potremo iniziare a beneficiare in modo massiccio dai progressi che otterremo nei prossimi anni.

Ho già parlato di Intelligenza Artificiale nell’altro articolo di questa newsletter, ma credo valga la pena di sottolineare il punto di vista di Gartner: nel corso dei prossimi anni, tutte le applicazioni e i servizi utilizzeranno un certo grado di AI. A detta degli esperti, una delle tendenze più interessanti sarà riguardo al mondo dei dati; con una mole sempre crescente di dati che riusciamo a raccogliere da uno spettro sempre più ampio di device, contare su applicazioni intelligenti in grado di leggere, interpretare, rappresentare e leggere i dati sarebbe una vera e propria benedizione. L’obiettivo, in breve, è quello di costruire applicazioni intelligenti che avranno lo scopo non di sostituire, bensì di supportare le persone a prendere migliori decisioni.

L’esperienza dev’essere immersiva

Il mondo digitale che ci circonda è in costante evoluzione. Sembra un’evoluzione lenta, a volte addirittura priva di un significato profondo, ma la storia ci insegna che molte tecnologie, prima di essere adottate in modo massivo, sembravano essere poco utili o apprezzate. Scommetto che, per alcuni di voi, realtà aumentata e realtà virtuale siano proprio un esempio lampante. A questo proposito, potete cominciare ad esplorare un caso pratico di applicazione nell’articolo dedicato alla realtà aumentata di qualche mese fa (ATTENZIONE: contiene alcuni video che ci avevano davvero fatto sognare!).

Non si tratta di videogiocare (ogni riferimento a persona o Pokémon è puramente casuale), quanto di interagire con la realtà in modo radicalmente differente. L’abbiamo visto con l’avvento dello smartphone: tutte le persone che oggi utilizzano lo smartphone sui mezzi pubblici, al ristorante mentre il partner è in bagno, nelle sale d’attesa dei professionisti di tutto il mondo, cosa facevano prima? Una domanda a cui nessuno sembra saper rispondere.

In Gartner, molti esperti attendono con ansia applicazioni in realtà virtuale o aumentata che possano rendere l’apprendimento più interattivo ed efficace (qui un video targato TED che parla proprio di questo, durata 10 minuti), possano aumentare la produttività ed esercitare la creatività.

L’evento è al centro del mondo

Una delle grandi sfide dei sistemi informatici del mondo è essere sempre più reattivi nei confronti degli eventi ed essere in grado di modulare la risposta del mondo all’evento che si è appena manifestato. Al giorno d’oggi, la maggior parte delle organizzazioni, incluso le aziende, ragionano partendo da un dato e dalla diretta conseguenza che questo dato produce. Vi sembra che la frase che avete appena letto non abbia senso? Posso capirvi; ci serve un esempio per comprendere a pieno di cosa stiamo parlando.

Immaginiamo un grave incidente automobilistico. Oggi, una volta avvenuta la collisione, si attenderà che un passante contatti le autorità, le quali, a loro volta, allerteranno le altre parti che dovranno prepararsi a reagire. Questo è ragionamento data-based: vedo l’incidente, telefono, termino il mio compito; chi riceve la chiamata, imposta la sua reazione, informa chi di dovere e termina il proprio compito. E così via. Si tratta di una catena di responsabilità che dipendono l’una  dall’altra; ogni azione, inoltre, prevede dei tempi morti e rallentamenti che possono risultare fatali in situazioni di estremo pericolo.

Al contrario, il ragionamento event-centric è quello che consente all’intero network di reagire istantaneamente ad un evento ed adattarsi per rispondere ad esso nel minor tempo possibile, senza contare sull’intervento umano e sul passaggio delle informazioni lungo tutta la catena di comunicazione. L’auto impatta contro un ostacolo e questo evento provoca un concatenarsi di azioni immediate: trasmissione delle informazioni all’assicurazione, al più vicino centro di pronto-soccorso, all’officina aperta più vicina; tutto in tempo reale, senza l’intervento dell’uomo.

Unendo i puntini

L’osservatorio di Gartner è sempre un punto molto interessante da cui partire per leggere il mondo che ci circonda; quest’anno, cercando il filo conduttore fra le tante tendenze che sono state citate nel corso dell’evento, appare chiaro che la volontà è quella di sfruttare il mondo che ci circonda e, ove utile, modificarlo per renderlo più utile a noi. Gli oggetti e le applicazioni che ci circondano devono essere sempre meno degli strumenti e sempre più dei protagonisti attivi che migliorano la nostra vita. Da loro, ci aspettiamo più intelligenza, più efficacia e, perché no, un pizzico di aiuto nei momenti difficili.

 

Come vorresti che le cose che ti circondano ti aiutassero di più? Lascia correre la fantasia e facci sapere cosa ti è venuto in mente! Scrivici qui.